sabato 19 luglio 2008

Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finche’ dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si e’ risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varra’ piu’ niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’e’ il nord, qual’e’ il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

(Erri De Luca, da Opera sull’acqua e altre poesie)

giovedì 3 luglio 2008

Giustizia e diritti umani

“L’approvazione della cosiddetta ‘direttiva sui rimpatri’ mostra inequivocabilmente il clima che si respira in tutta Europa su questo tema: una recrudescenza delle misure di polizia nei confronti di chi spesso è costretto a fuggire dal proprio paese d’origine, a causa di una guerra, di un regime oppressivo, della fame o di catastrofi naturali”: così padre Lorenzo Prencipe, missionario scalabriniano e direttore del Centro studi sull’emigrazione di Roma (Cser), commenta alla MISNA gli ultimi sviluppi in sede europea in materia ei immigrazione. Ricordando la distinzione tra immigrazione regolare e irregolare e che la direttiva europea riguarda quest’ultima, il direttore del Cser si chiede cosa succederà a un extra-comunitario a cui non verrà rinnovato il permesso di soggiorno: “A livello europeo è stata accettata l’idea che l’immigrazione è un crimine; in questo modo si sono perse di vista tutte l’indicazioni provenienti dal Consiglio d’Europa, dalla Commissione europea e da altre istituzioni internazionali” ha aggiunto il missionario. Citando un’intervista al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso pubblicata oggi sul Corriere della sera, Prencipe sostiene: “Esiste una contraddizione, o meglio una vera e propria schizofrenia: Barroso afferma che gli immigrati clandestini sono delle vittime, che bisogna puntare all’integrazione, a politiche solidali e di coesione sociale; di fatto, questi elementi vengono dimenticati se il Parlamento approva una misura per cui gli immigrati possono essere trattenuti fino a 18 mesi e perfino i minori possono essere espulsi”. Prencipe continua ricordando che i prossimi migranti fuggiranno dai loro paesi a causa dei mutamenti climatici, che però sono originati nel nord del mondo: “Se noi ne siamo gli autori, perché criminalizziamo chi ne subisce gli effetti?”. Da studioso del fenomeno migratoria, il direttore del Centro studi sull’emigrazione evidenzia anche l’originalità del provvedimento adottato oggi in sede europea: “Il diritto solitamente tende a migliorare le condizioni delle persone: gli emigranti europei del secolo scorso dovevano fare i conti con l’ordinaria discriminazione nella vita quotidiana, ma non credo che abbiano mai dovuto avere a che fare con misure legislative così restrittive e penalizzanti”. Ciò che preoccupa maggiormente il missionario scalabriniano è che, nonostante la presenza di qualche voce critica, la maggioranza abbia ormai accettato questa logica perversa: “il silenzio della cosiddetta gente comune fa paura”. “Si predica in un modo, ma le misure che vengono adottate vanno in tutt’altra direzione: se la povertà è diventata un crimine, se l’immigrazione è diventata un crimine, se si vive nella paura del diverso, significa che il mondo è tutto quanto sulla via di trasformarsi in un grande ‘Centro di identificazione ed espulsione’, questo nuovo eufemismo con cui vengono chiamati i vecchi centri di permanenza temporanea”. (A cura di Michele Vollaro).

da http://www.scalabrini.org/

mercoledì 18 giugno 2008

Rivelazioni per l'attualità


Giunge qui ramingo. Bisogna prendersi cura di lui, ora: ché vengono tutti da Zeus, forestieri e mendichi, e un dono anche piccolo è caro. Su, ancelle, date all’ospite da mangiare e da bere, e lavatelo prima nel fiume, dove c’è un riparo dal vento.
OMERO, Odissea, VI, vv. 135-148 e vv. 186-20

“Non lederai il diritto dello straniero o dell’orfano e non prenderai in pegno la veste dalla vedova; ma ti ricorderai che sei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha redento l’Eterno, il tuo Dio; perciò ti comandò di fare questo. Quando fai la mietitura nel tuo campo e dimentichi nel campo un covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, per l’orfano e per la vedova, affinché l’Eterno, il tuo Dio, ti benedica in tutta l’opera delle tue mani. Quando bacchierai i tuoi ulivi, non tornerai a ripassare sui rami; le olive rimaste saranno per lo straniero, per l’orfano e per la vedova. Quando vendemmierai la tua vigna, non ripasserai una seconda volta; i grappoli rimasti saranno per lo straniero, per l’orfano e per la vedova. E ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d’Egitto; perciò ti comando di fare questo.”
DEUTERONOMIO, 24, 17-22

Lo straniero
“A chi vuoi più bene, enigmatico uomo, di? A tuo padre, a tua madre, a tua sorella o a tuo fratello?”
“Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.”
“Ai tuoi amici?”
“Adoperate una parola di cui fino a oggi ho ignorato il senso.”
“Alla tua patria?”
“Non so sotto quale latitudine si trovi.”
“Alla bellezza?”
“L’amerei volentieri, ma dea e immortale.”
“All’oro?”
“Lo odio come voi odiate Dio.”
“Ma allora che cosa ami, straordinario uomo?”
“Amo le nuvole…le nuvole che vanno…laggiù, laggiù…le meravigliose nuvole!”
C. BAUDELAIRE, Poemetti in prosa, 1869

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognun sorriderà al benvenuto dell’altro,
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la vita, che hai ignorato…
D. WALCOTT, Amore dopo amore, in “Mappa del nuovo Mondo”, trad. it., Adelphi, Milano, 1992

sabato 31 maggio 2008

Lv25,35 Se uno dei vostri diventa povero e privo di mezzi, tu lo sosterrai, come sosterrai lo straniero e l'ospite, affinché possa vivere presso di te

Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un'oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
dall'osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l'infinito
nell'umiltà.

Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d'amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s'agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via.

Umberto Saba


Sono afflitto dall'odio riversato verso gli stranieri. I politici stanno raccogliendo consensi trovando come nemico chi non ha diritto di voto, alimentando la gente ad una caccia all'uomo sporco e trasandato. I mezzi di comunicazione pur di guadagnare ascolto amplificano notizie quotidiane, in altri tempi inosservate, che trovano i colpevoli sempre negli stranieri. Accuse, offese, previsioni, barriere, mai nessuno che ponesse la propria mente nella testa di chi lascia il proprio paese, mai nessuno che considera drammatica non la nostra condizione ma la loro. A Firenze si respirerà un'aria diversa? Non proprio, qui la parola usata è decoro, ogni volta che passo vicino ad una persona distesa in terra io mi sento male, non perché ho paura di cascare, ma perché non faccio niente per quella persona. Vorrei che tutti inciampassimo di più nelle persone povere. Preferisco inciampare su di loro che vedere un macchinone parcheggiato male essere causa di un tamponamento o sentire giudizi di chi è già arrivato (dalla parte sbagliata). Inoltre anche qui campi nomadi abusivi sono sempre esistiti, ma di sicuro lontano dalle vie del centro o dalla bella vista del piazzale, esistono infatti nei luoghi del dimenticatoio, dove Alessandro Santoro si piega, domanda, si prende a cuore ogni storia. Campi nomadi di fogli di cartone e di topi, campi nomadi di gente disperata ma disposta a condividere il loro pane, campi nomadi che mi fanno sentire un peso sulla coscenza ogni volta che compro qualcosa al bar, o che qualcuno ordina il dolce rimandando il secondo piatto quasi intatto.
Ogni volta che vedo una persona non chiedo da dove viene ma come sta, come si chiama, di che cosa ho bisogno, di che cosa ha bisogno, quanti figli ha... ce ne sono tante di domande, ne facciamo solo una e spesso, senza nemmeno farla, odiamo.
Se qualcuno invoca la legge io dico che c'è una legge superiore che nessuno può ignorare ed è la legge dell'amore. Prima o poi ognuno dovrà render conto delle proprie azioni e vedere se ha accolto o rifiutato l'altro, se ha amato o se ha odiato, se ha voluto essere amore oppure no. Queste parole sono chiare e per tutti.

sabato 17 maggio 2008

Forse un mattino andando in un'aria di vetro


Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.


Eugenio Montale


Raccolta: "Ossi di seppia"

martedì 22 aprile 2008

Compito 8: Abbattere ora la superbia

Troppe volte mi capita di osservare medici impettiti, che si elevano sopra il paziente con aria saccente, sarcastici nei confronti dell’ignoranza, che amano essere salutati con ammirazione e usare linguaggi tecnici con plebe che spesso parla coi gesti del corpo, medici che amano annunciare la tragedia per porgere il loro aiuto apparentemente appassionato, individui vanagloriosi che si vestono di superbia, che di fronte all’assenza di soddisfazione del proprio ego mostrano indifferenza, che sono entrati nella logica più orripilante: sperare nel male per poi esserne i sanatori. Questa è una categoria di persone fredde e ciniche che sfigura la cura del prossimo e tutti i colleghi che vivono la loro missione con semplice e disarmato amore.
Non è finita qua. L’esempio del medico superbo è seguito anche da numerosi studenti che affollano il nostro corso di laurea. Basta sentire qualche discorso: persone che se avessero ora i ferri in mano bramerebbero di aprire un uomo, ragazzi che fremono alla vista di un malato non di pietà ma di ambizione, piccoli Dr. House, arrivisti e vanitosi.
Se il camice bianco è diventato merce di orgoglio da ostentare allora è una vergogna. Invito tutti ad essere nudi di fronte ad un sofferente.

Parole: 199

martedì 8 aprile 2008

Compito 6: Intuizioni

Scrivo a caldo, perché quel caldo che avete creato in me durante l’incontro di oggi è raro e imperdibile. Una verità che non dimentico la sentii dire proprio da un prete che conosceva Don Milani, quest’uomo sosteneva che un profeta è una persona che prima di tutto ha piena coscienza del presente poi ha sguardo lungimirante ed è capace così di intuire la via giusta. Proprio l’attenzione per il presente e la disposizione d’animo di chi dice “mi interessa” “mi sta a cuore” è quello che serve dentro di noi per cogliere il futuro da aprire. Questa puntuale attenzione e questo sguardo fermo e profondo ho trovato in voi. Io considero questo progetto, che parte dall’informatica e arriva a toccare la vita, come frutto della mente di profeti divertenti del nostro tempo (con i loro abbagli e le dovute imperfezioni). Grazie a questa atmosfera che avete creato attorno a noi studenti forse ci siamo sentiti profeti come voi, forse custodiamo una scintilla di interesse e di diversità che ci donate. Spero vivamente di custodire tutto questo e di condividere tutto, senza arroccamenti di nessun tipo, perché la soddisfazione sta proprio nel fatto di crescere con gli altri.

Parole: 197

lunedì 7 aprile 2008

Compito 3: AIDS, una sfida

Non conoscevo nessun sito di questo tipo, benché lo ricercassi da tempo, ricadendo sempre nelle maglie superficiali del web, spesso di incerta affidabilità scientifica. Ho ricercato prima parole semplici, leggendo solo il primo articolo, poi mi è tornato in mente un antico dibattito sull’AIDS che vedeva come protagonisti Luc Montagnier e Robert C. Gallo. Al liceo mi ero interessato delle loro scoperte, dei loro conflitti e delle recenti terapie per tale malattia, ma non avendo documenti avanzati in merito, se non le scarse informazioni divulgative e confuse che la rete mi offriva, non potevo sperare di farmi un’idea chiara. In PubMed, ho ricercato: AIDS Robert Gallo Luc Montagnier, ho trovato come affiliation (AD): Institute of Human Virology, University of Maryland Biotechnology Institute and University of Maryland, Baltimore, USA, quindi ho fatto una ricerca per autore dei due presi singolarmente e ho potuto osservare le loro pubblicazioni. Adesso sto ancora leggendo i dati raccolti, poi passerò alla ricerca delle nuove terapie sperimentate e pubblicate. Consigli: 1) mettete il sito http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ fra i consigliati del vostro blog; 2) guardate anche: http://www.partecipasalute.it/cms/, http://www.worstpills.org/, http://www.nanodiagnostics.it/.

Parole: 181

Compito 5: Struttura logica

Credo che di contesti ne esistano a migliaia, micro e macro, definiti e non ancora del tutto delineati. Quello che mi preme ricercare in ogni ambito del campo delle cose da apprendere è la struttura logica. E' necessario avere una struttura solidamente organizzata secondo criteri matematici (a cui è attribuito significato contestuale e strutturale!) che comprenda come nodo fondamentale i pochi principi generali e le leggi per relazionare le informazioni, come diramazioni tutte le circostanze con estrema cura per dettagli e ramoscelli. Questo per il conosciuto e il supponibile. Per quanto riguarda la ricerca del nuovo credo che Einstein dia la lezione più elementare e reale del procedimento scientifico: "Si possono distinguere due teorie. Costruttive: per mezzo di un sistema di formule relativamente semplice situato alla base, esse cercano di costruire un'immagine di fenomeni relativamente complessi. (...) Accanto a questa classe di teorie ve n'è una seconda che invece del metodo sintetico impiega il metodo analitico. Qui il punto di partenza e la base non sono costituiti da elementi di costruzione ipotetica, ma da proprietà generali di fenomeni naturali determinate empiricamente dalle quali derivano in seguito criteri matematicamente formulati, ai quali fenomeni particolari o le loro immagini teoriche devono soddisfare."

Parole: 200

Consiglio vivamente la lettura di “Come io vedo il mondo”, di A. Einstein, libro colto e profondo, contenente riflessioni umane e scientifiche dello scienziato.

giovedì 27 marzo 2008

Garrett Lisi e la sua teoria fisica del tutto

Ha proposto una visione globale dell'universo e di tutte le leggi fisiche (compresa la gravità) e ha ipotizzato l'esistenza di nuove particelle. L'universo è un poliedro, ognuna delle sue facce mostra e dimostra leggi della fisica.
Antony Garrett Lisi (Los Angeles, 1968) è un fisico, un surfista, un consulente software e uno scienziato indipendente. Comunica con il suo blog http://sifter.org/~aglisi/
"In sintesi, Lisi sostiene che le particelle che formano l’universo sono strutturate secondo l' Algebra di Lie E8.
In tale geometria, la struttura che descrive la relazione tra tutte le forze e particelle è rappresentata da un "reticolo" di relazioni composto di 248 "punti".
In particolare, ad ognuno dei 248 “punti” che lo compongono sarebbe possibile associare una determinata forza o particella elementare, di modo che alle relazioni matematiche che legano fra loro i vari punti di E8 corrisponderebbero analoghe relazioni tra le particelle e le forze associate (gravità inclusa).
In questa struttura 20 punti rimangono liberi, il che corrisponderebbe a 20 particelle elementari non ancora individuate. Nel 2007 Lisi è impegnato a calcolare la massa teorica di tali particelle corrispondenti, sperando che vengano scoperte nell’ambito degli esperimenti che si terranno al CERN di Ginevra, quando a maggio del 2008 sarà inaugurato il super acceleratore di particelle Large Hadron Collider." (Wikipedia)

mercoledì 26 marzo 2008

Compito: Intervista a un assistente tecnico del PC

Quali sono i servizi di cui ti occupi?
Configurazioni di personal computer e di reti informatiche.
Cos’è una rete informatica LAN?
LAN (local area network) è un collegamento tra pc comandati da un server centrale per immagazzinamento dati, connessione alle periferiche e accesso a internet.
Qual’ è il problema più frequente?
La riconfigurazione dei collegamenti tra computer e server o tra computer e internet.
Quali sono i tuoi strumenti di lavoro?
Essenzialmente le mani, un cacciavite e poche altre cose, spesso le mani sono sufficienti.
Per chi lavori?
Quasi esclusivamente per ditte. La maggior parte dei problemi riguarda infatti la posta elettronica (usata per preventivi, fatture etc.).
Che preparazione informatica hanno le persone che ti chiamano?
Grazie allo sviluppo di internet trovo persone che autodidatticamente hanno acquisito capacità notevoli nell’utilizzo del computer. Inoltre i corsi di computer, anche quelli apparentemente banali, possono offrire un’ampia visione delle potenzialià straordinarie a disposizione, spesso ignorate per pigrizia. Il problema è che sono frequentati da un numero esiguo di persone.
Come hai imparato il tuo mestiere?
A scuola il computer l’ho visto una volta. Ho imparato molto sul campo, grazie ai colleghi, grazie alla pratica e a veder lavorare gli altri.
Parole: 197

sabato 8 marzo 2008

Zolfo e Mercurio

http://zolfoemercurio.blogs.it/

Vi consiglio questo blog letterario aperto e penetrante, costruito da due ragazzi, uno dei quali è mio amico e compagno di discussioni interessanti e talvolta interminabili. Sono aperte divagazioni su idee appuntite, su personalità artistiche note o scovate in una ruga della storia, su piccoli frammenti di parole e su tutto ciò che possa essere considerato genialità. Qui ho sempre trovato pensieri taglienti, animati, dignitosi o turpi, talvolta non condivisibili dunque oggetto di discussione cerebrale. Inoltre sono presentati frequenti concorsi di poesia e di prosa di tutti i generi in cui gli elaborati migliori vengono pubblicati. Da due anni il blog è in vita ed è in una continua ascesa tanto che nel settembre del 2007 ha catturato l'attenzione di Radiodue con un'intervista agli autori.

mercoledì 5 marzo 2008

Matematica applicata alla cupola di Santa Maria Del Fiore

La cupola del Brunelleschi, espressione di genialità e potenza rinascimentali, si erge sulla celeberrima Basilica fiorentina di Santa Maria del Fiore, che annoverava Arnolfo di Cambio come capomastro, a cui successe Francesco Talenti che stabilì le dimensioni attuali. Già nella pianta della Cattedrale è possibile rintracciare strutture matematiche, in quanto essa è sezionata in quadrati e doppi quadrati che costituiscono un inconfondibile rapporto musicale (2:1). La prima pietra per la costruzione del Duomo fu posta nel 1296, e la base del tamburo della cupola era già pronta nel 1314, tuttavia la copertura fu cominciata soltanto nel 1420, commissionata in seguito ad un concorso del 1418 che vide vincitori Brunelleschi e Ghiberti, quest’ultimo estromesso dai lavori nel 1425 a causa degli screzi del suo rivale-collaboratore.

“Solo Filippo disse che si poteva voltarla senza tanti legni e senza pilastri o terra, con assai minor spesa di tanti archi, e facilissimamente senza armadura” (Vasari). Per costruire la cupola erano necessarie le centine (impalcature lignee cui affidare il sostegno delle murature in costruzione fino alla presa delle malte), Brunelleschi al contrario non ne fece uso e non lasciò documenti scritti che rivelassero come abbia fatto. E’ noto che egli utilizzò impalcature mobili e congegni inventati da lui stesso; infatti Brunelleschi aveva precedentemente lavorato come orafo dunque, avendo accumulato esperienza nel costruire piccoli meccanismi, applicò le sue conoscenze a grandi macchinari (alcuni dei quali in precedenza attribuiti erroneamente a Leonardo da Vinci, poiché disegnate da lui quando il suo maestro, il Verrocchio, mostrava agli allievi le macchine di Filippo, tra cui quella utilizzata per porre la palla sulla lanterna). Inoltre una sperimentazione di un noto architetto contemporaneo, Massimo Ricci, ha messo in luce la possibilità dell’utilizzazione di piccole centine a sviluppo parziale.

La preoccupazione dei capomastri che si succedettero nei cantieri del Duomo era motivata dal fatto che il progetto che ogni capomastro si doveva impegnare (con giuramento solenne) a rispettare prevedeva una cupola ottagonale a facce piane, che non è un solido di rotazione. La cupola del Duomo di Firenze infatti è una volta ottagonale, descrivibile come l'intersezione a 45° di due volte a pianta quadrata (molto simili, in effetti, alle volte della navata della stessa Cattedrale). A differenza di una cupola di rotazione, una volta non è autoreggente.
La cupola comincia a 55 metri dal suolo, e fu realizzata con queste misure:
altezza media: 34 metri
altezza tamburo: 13 metri
altezza lanterna: 21 metri
altezza da terra: 88 metri
Queste cifre sono molto significative matematicamente in quanto corrispondono alla serie di Fibonacci (utilizzata anche nelle costruzioni gotiche), il rapporto fra due di questi numeri tende al numero d’oro (il Partenone per esempio è inscritto in un rettangolo aureo).
Desta grande impressione anche il peso:
Peso della cupola: 29000 tonnellate
Peso della lanterna: 800 tonnellate
Peso dell’intera struttura: 100000 tonnellate
Data l’ingente mole, Brunelleschi aveva pensato una cerchiatura per contrastare le spinte alla base della cupola, ma questo progetto non fu mai messo in atto. In compenso, su uno spicchio, i fiorentini realizzarono un terrazzino, la loggia dei grilli, che si appoggia alla cupola aumentando l’intensità della spinta, e creando gravi lesioni.
Brunelleschi progettò la cupola mediante una doppia calotta: la cupola esterna, che ha solo funzione protettiva, e quella interna, che regge l’intera struttura ed ha uno spessore di circa 2.4 metri. Al fine di evitare danni dovuti a significative escursioni termiche, è presente un sistema di fori verso l’esterno che producono una corrente d’aria che mantiene la temperatura pressappoco costante.
Il profilo della cupola interna è chiamato sesto di quinto acuto (ottenuto dividendo la base in 5 parti sulle quali si creano i profili), quello dell’esterna invece è a sesto di quarto acuto. La forma della curva è una catenaria rovesciata, soggetta soltanto a forze di compressione. La straordinarietà di questo utilizzo sta nel fatto che la catenaria è una linea piana di equazione cartesiana y = (ex + e–x)/2, funzione che prende il nome di coseno iperbolico, e rappresenta la linea determinata da una catena o da una fune vincolata agli estremi e sottoposta solo al proprio peso, ma fu definita da Huygens, insieme a Leibniz e Jean Bernoulli, in risposta ad una sfida posta da Jacques Bernoulli, nel 1690-91, più di 240 anni dopo la morte di Brunelleschi.

La cupola è una porzione di cilindro ellittico, sulla quale le tegole sono messe orizzontalmente lungo le generatrici del cilindro. I mattoni invece sono disposti in modi differenti: alcuni a corde blande, altri vanno verso il centro, altri ancora sono di scarico, ma i più significativi sono quelli messi a spina di pesce, col lato più lungo emergente rispetto a quelli appoggiati sulla superficie conica, che, assieme a quelli che vanno in direzione contraria, formano una doppia elica ellittica (come il dna), così da rendere la struttura più forte. Brunelleschi sapeva che non avrebbe dovuto fare una cupola ad anelli (come il battistero), poiché sarebbe crollata nel momento in cui gli angoli si fossero separati. I mattoni non andavano posti lungo le generatrici del cilindro, Brunelleschi li mise “a corda blanda”, la cui morfologia corrisponde alla linea di una corda non tesa, infatti i letti di giacitura sono tutti disposti sulla superficie di un cono rovescio. Quando fu scoperto ciò si poté quindi osservare come le facce dei mattoni non siano parallele, ma sistemate lungo rette originate da un punto situato al centro dell'ottagono di base della cupola. La conclusione è sconcertante: i mattoni sono sistemati come se fossero stati disposti per costruire una cupola di rotazione. Filippo aveva beffato i suoi ammiratori (come nella Novella del Grasso legnaiuolo), costruendo una cupola normale e mascherandola come una cupola impossibile.

Brunelleschi non ha lasciato alcunché di scritto sul modo con cui ha costruito la Cupola. Esistono solamente due sue relazioni, rispettivamente del 1420 e del 1426, nelle quali si illustra come sarebbe stata. Non si fa cenno, però, in esse su come la si sarebbe dovuta costruire. Questo vuoto storico-scientifico ha scatenato la curiosità e l’interesse di numerosi esperti ed appassionati, facendo nascere la storia del “segreto”.
Ci fu sempre un acceso dibattito su quale fosse il magico artificio usato per ergere un’opera tanto maestosa quanto misteriosa. In questo si distinsero due teorie:
1 La cupola è fatta con l’intersezione coni/cilindro
2 I mattoni sono ortogonali ai meridiani
Il matematico Giuseppe Conti, professore dell’Università di Firenze ed autore di “Cupola di Santa Maria del Fiore” assieme a R. Corazzi e S. Marini, studiando misure e forme della cupola ed analizzando le due tesi contrastanti, ha notato che, mutate in calcoli le parole addette dai sostenitori dell’una e dell’altra tesi, si giunge sempre allo stesso risultato. Dunque queste teorie, tanto ardentemente dibattute, coincidono.
“Per comprendere i termini della questione – afferma Conti - occorre anzitutto capire quale era il principale problema, che si presentò al Brunelleschi e in che modo geniale lo risolse. Per fare questo occorre matematizzare il problema ed esporre in termini conseguenti (dunque matematici, o più precisamente geometrici) la soluzione trovata”.
La sintesi si basa sul Triedro ortogonale
Poi, affinché le due vele si colleghino, via via che si sale l’angolo aumenta, perché i mattoni sono disposti lungo le corde blande, fino a raggiungere i 135° (angolo interno di un ottaedro regolare) alla base della lanterna.

Curiosità: Paolo Toscanelli, l’autore delle carte geografiche su cui si basò Cristoforo Colombo, mise sulla cupola una bronzina (o gnomone, strumento geo-topografico per studiare le stelle), in cui ogni 21 giugno passa un raggio di sole.
Bibliografia:
- Conferenze tenute dal Prof. Giuseppe Conti, nell’Aula Magna dell’ITGC “Salvemini-Duca d’Aosta” ( via Giusti 27 ), nei giorni 15/3/2006 e 29/3/2006.
- Wikipedia: enciclopedia online, multilingue, a contenuto libero, redatta in modo collaborativo.
- Sito web: Istituto e museo di storia della scienza.
- Sito web: http://www.ur-tsa.it/ ( per delucidazioni su Arch. Prof. Massimo Ricci ).
- Manuale “L’arte italiana” di Piero Adorno, Casa editrice G. D’Anna.

sabato 23 febbraio 2008

Il paradosso della povertà

Sono sotto qualunque occhio, incredulo, indifferente o commosso, le immagini amare dello squilibrio che incombe tra i cittadini dello stesso mondo. Esse colpiscono i cuori di ciascuno, sensibile o ignavo, proponendo come pane quotidiano bambini scavati dalla fame, uomini ridotti a mucchi di ossa, donne costrette a non sognare. Noto con disappunto i facili utilizzi delle parole Nord e Sud del mondo. Se questi avessero connotati esclusivamente geografici non ci sarebbe motivo di opporsi, ma nel momento in cui si attua una distinzione serrata tra due economie, corrispondenti a due sistemi isolati, con la naturalezza di una mentalità già conformata a questa situazione, significa che abbiamo accettato questa frattura. Il linguaggio comune, tristemente spontaneo, comprende queste due parole, Nord e Sud, udibili nei discorsi delle persone, accompagnate spesso da rassegnazione o da proposte velleitarie, cosicché le idee si sfumano in un orizzonte di adeguamento in cui restano soltanto le due parole che ci acquietano: Nord e Sud.
Altre nomenclature poi invadono la nostra cultura, affinché sia possibile dare un nome all’atrocità che è scaturita e scaturisce dall’egoismo umano. Esistono infatti paesi detti “sviluppati”, che godono cioè di un’economia di mercato con una forte impronta industriale, che si differenziano dai “sottosviluppati”, dove la povertà non permette uno sviluppo economico. Inoltre sono sorti i paesi “in via di sviluppo” che individuano paesi dinamici, non stagnanti nella loro miseria. Ma sono conferiti termini ben più gravi dei precedenti, che enumerano in maniera classista il genere umano, mi riferisco alla suddivisione tra “Primo mondo”, paesi sviluppati, “Secondo mondo”, che non esiste più in seguito al crollo comunista, “Terzo mondo”, paesi sottosviluppati, e “Quarto mondo”, che ingloba i paesi più sfavoriti, stantii in una povertà cronica. Quest’ultima nomenclatura, seppur usata con intenzioni tutt’altro che classiste, lascia però trapelare una suddivisione che produce dei piani di uomini, con connotati qualitativi e meritocratici, considerandoli dunque, a livello involontario, primi o ultimi “in toto”.
Spesso mi chiedo se è giusto che tutti chiamino “Primo mondo” (consapevole della buona fede con cui viene attribuito questo nome) un groviglio di ostentate ricchezze, di persone smisurate, di giudizi superficiali che valutano l’avere apparente, tutto animato da uno spirito arrivista che instaura una lotta alla superiorità, dove l’uomo più debole ne esce quasi sempre sconfitto, e quello più forte si costruisce un ego titanico che crede imbattibile, ma che si rivela una vana superbia. Non credo che siano questi i veri eroi.
In generale i canoni per giudicare se un paese è ricco o povero sono: il prodotto interno lordo pro capite, la demografia (speranza di vita alla nascita, mortalità infantile, tasso di fecondità), condizioni igeniche e sanitarie, alfabetizzazione, le popolazioni urbana e attiva, i consumi, le esportazioni, la storia e le guerre. Un paese povero ha una convergenza di tutti questi aspetti in senso negativo. Inoltre, per molti stati che subiscono questa fatale convergenza, è altamente probabile contrarre debiti per far fronte al fallimento, ritrovandosi sottoposti ad un tasso d’interesse massacrante, che si riversa come una pioggia acida sulle generazioni future. Il debito, che si stagliò dopo la crisi del petrolio del 1973, supera i 1.600.000.000.000 di dollari, in costante rischio di aumento.

martedì 19 febbraio 2008

Nanoparticelle

Questa è una parte del post di Beppe Grillo, che ha preso parte ad una battaglia necessaria, sostenendo pochi coraggiosi scienziati.

"Nel 1999, grazie ad una tecnica particolare da lei messa a punto, la dottoressa Antonietta Gatti, ricercatrice dell’Università di Modena, scoprì che particelle inorganiche di dimensioni dal centomillesimo al miliardesimo di metro possono entrare nell’organismo attraverso inalazione ed ingestione e, trasportate dal sangue, finire in diversi organi dove restano imprigionate e da dove possono innescare tutta una serie di malattie classificate finora come criptogeniche, cioè di origine ignota.
Tra queste malattie ci sono parecchie forme di cancro."


Dalle ricerche perigliose condotte da Antonella Gatti e Stefano Montanari emerge un'informazione sconcertante: in alcuni prodotti alimentari sono presenti tali particelle. Vi aggiungo l'elenco pubblicato da Beppe Grillo:

Pandoro Motta: Alluminio, Argento Salatini
Tiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel (cioè acciaio), Alluminio
Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio
Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno
Macine Barilla: Titanio
Granetti Barilla: Ferro, Cromo
Nastrine Barilla: Ferro
Bauletto Coop: Ferro, Cromo
Plum cake allo yogurt Giorietto Biscotti: Ferro. Cromo
Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio
Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo
Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio
Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio
Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio
Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto, Manganese
Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (cioè acciaio)
Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio
Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio
Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel
Tortellini Fini: Ferro, Cromo
Hamburger McDonald’s: Argento
Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel
Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio (cioè vetro)
Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro, Titanio
Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo.

Questo è il sito dei due scienziati: http://www.nanodiagnostics.it/

Mio Yahoo!

Mio Yahoo!

piga's favorites on del.icio.us

piga's favorites on del.icio.us

lunedì 18 febbraio 2008

Saluto

"I care", mi interessa. Questa sarà la predisposizione che cercherò di avere in questo Blog, di cui ancora non comprendo a pieno le potenzialità, ma intuisco che possa essere una via di comunicazione aperta e libera.. Commentate se c'è qualcosa che vi cattura, sarò felice di leggere le vostre parole..